L’importanza dell’alimentazione post infortunio

Nella vita di uno sportivo conta solo l’allenamento? Questa è una domanda che molti si pongono ma a cui pochi vogliono dare una risposta. Le persone sono abituate a vedere i personaggi dello sport solo per un fattore estetico ed a risultati ottenuti. Ma è tutto qui? Non esattamente.

Per raggiungere i livelli più alti dello sport che si pratica non basta solo allenarsi. Anzi, si può tranquillamente dire che l’allenamento è superfluo senza un elemento fondamentale. Quale? L‘alimentazione. Perché è così importante per uno sportivo? Chiunque pratica sport sa che ha bisogno del giusto apporto calorico e proteico per aumentare le proprie prestazioni. Tutti questi elementi li possiamo trovare quotidianamente nel cibo. Una buona alimentazione può sia giovare alla salute ma anche permetterci di ottenere risultati stupefacenti in ambito sportivo.

Il quesito che ci si pone è: ma l’alimentazione può aiutare l’atleta a recuperare più velocemente da un’infortunio?

A questa domanda ci risponde il dottor Natale Gentile, Biologo nutrizionista responsabile nazionale dell’area Nutrizionale dell’Accademy Carpi Calcio. Il medico spiega che principalmente ad un nutrizionista le società non chiedono interventi post-infortunio, ma un’alimentazione che possa prevenire quest’ultimo. A livello statistico e numerico Gentile spiega che un Top Club composto da 25 calciatori può aspettarsi in media 50 infortuni, di cui la metà sono di bassa entità. Ma quando l’infortunio è grave? Come agire anche a livello alimentare? Il dottor gentile ci spiega le fasi successive all’infortunio: Fase dell’immobilizzazione e fase di recupero.

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Dottor. Natale Gentile

Fase dell’immobilizzazione

Comporta una perdita della massa muscolare ed una perdita della forza dopo 5 giorni d’immobilizzazione dovute ad un decremento nella sintesi proteica muscolare. Dopo 10 giorni invece, la perdita muscolare è dovuta alla inibizione della sintesi proteica e all’inattività del calciatore.

Interventi nutrizionali nella fase dell’immobilizzazione

Lo scopo dell’intervento nutrizionale in questa fase è quella di ridurre notevolmente lo stato infiammatorio ed aumentare lo stimolo anabolico proteico. Vanno assolutamente consumati cereali a basso indice glicemico preferendo chiaramente quelli agglutinati come riso, quinoa e grano saraceno. In questa fase particolare dell’infortunio, in tasso proteico è fondamentale. Il soggetto infortunato dovrebbe assumere in più intervalli durante il giorno 25-30g di proteine per volta. La possibilità di utilizzare cibi di alto valore proteico come uova, albume, carne e pesce può essere utile ma solo dopo essersi accertati della provenienza. Inoltre, è possibile l’utilizzo di aminoacidi o BCAA per aiutare il metabolismo. Sono consigliate 4-5 porzioni di frutta fresca e verdure per l”introduzione di vitamina C ed E. Parlando d’integratori, quelli consigliati dal dottor Gentile sono quelli contenenti acidi grassi Omega 3 che incrementano la sintesi proteica. Si possono prendere in considerazione integratori a base di curcuma che è un’ottimo elemento antinfiammatorio naturale. Da evitare assolutamente l’alcool.

quinoa

quinoa

Interventi nutrizionali nella fase riabilitativa

La seconda fase è quella del recupero muscolare finalizzato al rientro in campo. Inizialmente va rivisto l’importo calorico, che aumenta all’aumentare dell’intensità dell’allenamento. Post-training è consigliato un “recovery meal” ovvero un pasto di recupero con un sostanzioso apporto proteico. Può essere vantaggioso un supporto di creatina che aiuta il recupero muscolare. Durante la fase riabilitativa il responsabile dell’area nutrizionale dell’Accademy Carpi Calcio consiglia di tenere sotto controllo costantemente l’atleta, in modo da controllare il bisogno proteico e capire l’alimentazione necessaria per un recupero tempestivo.

In sintesi, il calcio o meglio, lo sport in generale ha diversi elementi fondamentali per arrivare al top. Per chiunque abbia intenzione di raggiungere l’apice nel suo mondo, non si abbatta al primo infortunio. Grazie alla scienza ed a persone come il dottor Gentile, non solo c’è la possibilità di riprendere il percorso da dove si è interrotto. Si può tornare più forti di prima.