Match Analyst e Scout, approfondimento pratico

Il corso a Cava dè Tirreni (clicca qui ) sarà improntato sull’utilizzo degli strumenti per dare un metodo di lavoro.

Lo Scouting e la Match Analysis con gli strumenti giusti sono di grande aiuto a supporto degli staff.

Godetevi questa bellissima intervista gentilmente concessa da Vincenzo Russo, Match Analyst professionista ed Esperto di Big Data Analysis.

Vincenzo Russo è laureato in Economia con indirizzo Marketing, titolo conseguito presso l’Università degli Studi di Salerno con un elaborato sul Marketing nel Calcio – “Caso A.c. Milan”. Ha conseguito il patentino Uefa B e possiede l’abilitazione ad Istruttore di giovani calciatori Coni-Figc e quella di Coerver Coach di I° livello. Lavora nel mondo del calcio da ormai 15 anni, alternandosi tra il lavoro di campo e quello di “scrivania”. Negli ultimi anni ha ricoperto il ruolo di Match Analyst per la Cavese Calcio di Mr. Agovino, con il Cagliari di Mr. Rastelli nell’anno della vittoria della Serie B e nella passata stagione, dopo una breve parentesi come collaboratore per un istituto di ricerca internazionale per ciò che concerne i Big Data nel calcio, ha collaborato con la Fidelis Andria di Mr. Favarin sfiorando la qualificazione ai play-off di Lega Pro.

Buongiorno Vincenzo, la tecnologia si è ritagliata uno spazio importante nel mondo del Calcio, in ultimo con l’inserimento della VAR, cosa fa nello specifico un Match Analyst per essere d’aiuto all’allenatore?

Il mondo del Calcio è sempre in continua evoluzione, si cerca di migliorare o implementare laddove vi siano lacune cercando di offrire a staff e calciatori i mezzi migliori per lavorare in maniera efficace. Sulla figura del Match Analyst c’è purtroppo grande improvvisazione al giorno d’oggi e troppo spesso si crea confusione su quelli che sono i reali compiti di questa tipologia di collaboratore. Il video analista tattico è un collaboratore tecnico a tutti gli effetti, deve avere competenze di campo con una cultura ed un background tattico importante in modo da potersi confrontare al meglio con allenatore/staff e calciatori dando indicazioni ottimali. Un Match Analyst puro, quindi non impiegato in alcun modo in campo, deve adempiere a tutti quei compiti di contorno che vanno dall’analisi delle sedute d’allenamento, allo studio-correzione degli errori delle proprie gare e dei singoli calciatori con riunioni frontali, all’analisi degli avversari e, talvolta, alla collaborazione diretta col reparto Scouting. In alcune realtà avanzate si deve occupare anche della catalogazione dei dati insieme al comparto performance ed alla loro scrematura per l’allenatore in modo da avvalorare/confutare/correggere quanto proposto.

Quanto incide la giusta formazione per svolgere al meglio il proprio lavoro quotidiano/stagionale? Quanto le esperienze pregresse?

Personalmente nasco come allenatore partendo dalla Terza Categoria ed avendo avuto modo di allenare in quasi tutte le categorie dilettanti (tranne l’Eccellenza). Un video analista deve conoscere le dinamiche di campo altrimenti è quasi impossibile riuscire a rapportarsi efficientemente con il pensiero dell’allenatore o con i calciatori. Avere delle esperienze pregresse ti permette di possedere il know-how necessario per risolvere efficacemente determinate situazioni ed allo stesso tempo creare momenti di confronto costruttivo con lo staff. Le porto un esempio recente, un allenatore professionista di Serie C gioca la sua gara di Coppa Italia e, confrontandoci, abbiamo avuto modo di analizzare insieme gli errori e i lati positivi della prestazione. Nessun collaboratore può avere la presunzione di sostituirsi all’allenatore ma deve capirne il pensiero ed alleggerirgli il compito laddove possibile. Se so come si lavora in campo, seguo gli allenamenti del mio “chief” e so cosa si aspetta in gara, saprò anche scremargli i video in modo da dargli un lavoro da visionare già in forma snellita ed avanzata. Questo per dirle che non ci si improvvisa Match Analyst, bisogna formarsi e aggiornarsi continuamente per migliorare la qualità del lavoro proposto.

Il Match Analyst viene considerato il tecnologo dello staff, nel corso della tua carriera avrai avuto modo di testare molti software e customizzarli alle tue esigenze, in che modo ottimizzi il tuo lavoro grazie alla tecnologia?

Il Match Analyst è il collaboratore tecnico che dovrebbe avere buone conoscenze informatiche per eccellenza di conseguenza il lavoro è strettamente legato all’utilizzo di software adeguati. Conosco colleghi che si limitano ad utilizzare uno, o al massimo due software, per sviluppare il lavoro settimanale. Non è un modus operandi sbagliato ma io credo nel multitasking inteso come prendere il meglio da ogni software disponibile in modo da lavorare su più situazioni in contemporanea creando un risultato finale completo in ogni sfaccettatura. Le ho detto che nasco come allenatore ma mi sono adeguato alle esigenze degli allenatori con cui ho lavorato trasformandomi in scout, video editor o altro quando necessario ed arrivando ad oggi ad avere una mia metodologia. Il mio lavoro settimanale parte 10 gg prima della gara successiva reperendo i video mediante piattaforme come Wyscout o InStat o visionando dal vivo le gare archiviando la parte Scouting con l’utilizzo della web app di LFScouting, il software di Enrico Maria Amore mi aiuta nella catalogazione della parte quantitativa delle gare, delle note sui singoli giocatori e l’assetto tattico delle gare che visiono. Integrato vi è uno strumento di lavagna tattica, il Coach Editor, che utilizzo per le prime bozze di indicazione da inviare all’allenatore. Passo poi all’analisi video utilizzando VideoMatch di Sics o Dartfish ed elaboro le clip tagliate con dei software professionali di editing quali Pinnacle, Adobe Premier o Sony Vegas. Una volta creati i video, scremati con l’aiuto dell’allenatore di turno, completo il lavoro con una relazione cartacea esplicativa che comprende lo Scouting delle singole gare e le spiegazioni di ogni parte dei video impaginati mediante il Coach Editor di LFS.

Si dice che il lavoro di un match analyst sia rappresentabile come una piramide rovesciata, in che senso?

Il lavoro di video-analisi è molto logorante in quanto comporta molte ore di video suddivise tra più compiti da adempiere, non necessariamente il solo studio degli avversari come molti pensano. L’obiettivo principale di un buon match analyst è quello di farsi trovare sempre pronto studiando ed analizzando ogni minima sfaccettatura nella maniera più accurata possibile partendo dal profilo dell’allenatore, passando per le idee tattiche e la comprensione dell’approccio alle gare ma senza mai dimenticare di reperire quante più informazioni possibili per dare completezza all’analisi dei singoli elementi in modo da poter dare a priori o in corsa indicazioni utili alla lettura della gara ed all’adattamento. Nel corso di una stagione sportiva il Match Analyst è la persona dello staff che visiona più gare. Di conseguenza se si vuole rappresentare il lavoro lo si può fare come una piramide rovesciata dove la base sono le ore di gare viste dall’analista e via via scendendo si passa a ciò che vede lo staff, l’allenatore ed infine i giocatori. Se un video analista visiona le ultime 4 gare avversarie per un totale di 360 minuti e ci lavora per altre 8-10 ore, la squadra arriverà a studiare delle video clip di una durata totale di 10-15 minuti divise per fasi in una riunione tecnica di massimo 30 minuti.

Cosa pensi dell’utilizzo dei big data nel Calcio e del loro crescente utilizzo negli ultimi anni?

Nel mio recente passato ho avuto modo di approfondire l’analisi dei dati sia in contesto televisivo che in ottica della preparazione del lavoro settimanale per i club. Un attento studio preliminare dei dati a disposizione può agevolare il lavoro di analisi video o quantomeno dare un’idea generale di che tipo di compagine si andrà ad analizzare e quali sono le scelte preferenziali attuate nelle ultime gare in termini di sviluppi offensivi, flussi di gioco e fase difensiva. Questo genere di informazioni non sempre sono disponibili nei dilettanti ma un oculato analista può crearsi il proprio database utilizzando gli strumenti giusti e dando quel valore aggiunto al proprio lavoro. In ottica professionistica si reperisce troppo ed a volte si finisce per fornire informazioni fuorvianti. I dati sono un aiuto per capire alcune dinamiche, indirizzare la visione delle gare a determinate sfaccettature ma mai sostitutivi del lavoro di campo. Posso sapere dove prevalentemente sviluppa il gioco offensivo una squadra o dove indirizza la maggior parte dei calci d’angolo a favore ma sarà sempre compito dell’allenatore trovare la soluzione ultima per sfruttare a proprio vantaggio questo tipo di informazioni.

Un’ultima domanda, quali progetti hai per il tuo prossimo futuro? Novità all’orizzonte?

Dopo 15 anni di Calcio, tra dilettanti e professionisti con alcuni buoni risultati raggiunti, questo è il primo anno che mi ritrovo ad Ottobre come “senza contratto”. Da Aprile ho avuto molti contatti con allenatori importanti di massima serie italiana ed esterna ma anche di Serie C. Purtroppo, benchè gli allenatori abbiano massima stima e volontà di collaborare, i matrimoni si fanno in due e la “controparte” sono sempre le società che alle volte fanno scelte poco chiare su alcune figure o, ancor più semplicisticamente, vedono superfluo remunerare collaboratori ad hoc quando possono contare su freelance senza esperienza e pretese economiche. Al momento la mia attenzione è focalizzata sull’aiutare l’amico Enrico Maria Amore nel suo progetto di formazione per scout e match analyst cercando di trasferire quel po’ di know-how accumulato nella mia carriera nel Calcio con il corso che si terrà a fine Novembre a Cava dei Tirreni. Sul piano club e lavoro diretto si aspetta la giusta chiamata semmai in un contesto che dia possibilità di sperimentare e sviluppare idee in tranquillità semmai lottando per qualche obiettivo accattivante